3^ Domenica del tempo ordinario
Il testo che Gesù commenta nella sinagoga di Nazareth è un brano del profeta Isaia che promette un inviato di Dio, incaricato di portare un lieto annuncio ai poveri, un annuncio di liberazione. Gesù afferma che quanto era profeticamente annunciato si compie ora in Lui. Per i cristiani e fin dall’inizio, Gesù è colui che porta a compimento le Scritture. Gesù di Nazareth è la Parola di Dio fatta carne. Egli è colui che è stato mandato per portare la lieta notizia della vicinanza liberante di Dio. In forza di questo possiamo pregare con la seconda colletta: ” … fa’ che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza.”
Quanto è accaduto nella sinagoga di Nazareth e che il Vangelo di oggi ci propone ha valore esemplare. L’oggi della liberazione, l’oggi di Gesù ricorrerà più volte nel vangelo di Luca, a indicare la salvezza integrale destinata all’intera umanità, estesa a tutta la sua missione rivolta ai poveri e ai peccatori. Un “oggi” che si fa attuale nella comunità credente nel far memoria di questo compimento della Scrittura. Così la I^ lettura presenta il popolo di Dio radunato dalla Parola: il testo evidenzia un’intensa percezione della presenza di Dio nella sua Parola. La II^ lettura attraverso l’immagine del “corpo” ci invita a riflettere sul senso della comunità e della corresponsabilità nella Chiesa.