Commemorazione di tutti i Defunti
TUTTI I SANTI – Beati voi
Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra. Si può vivere beato sulla terra? Se tu vivi in Dio vale a dire a livello del Capo, Cristo, già in cielo, allora vivi la beatitudine della sazietà in quanto ti disseti di continuo alla sorgente, e pensi e vedi le realtà nella loro essenza nascosta. Ma se tu pretendi di sentirti sazio per un sorso d’acqua preso dai rigagnoli che incontri qua e là, non fai esperienza di eternità: ogni volta anzi che ti senti toccato dallo Spirito si aprono voragini di desiderio e di nostalgia, perché è come un assaggio che stimola la fame… vivere alla sorgente significa come Gesù dare la propria vita, interamente, giorno dopo giorno, prendendosi cura del debole. E non perché tu ti senti forte, ma perché, sperimentando la debolezza nella tua esperienza quotidiana, sai di cosa ha bisogno l’altro. Quando arrivi a far cadere la parvenza della tua forza e non hai timore di mostrare la tua debolezza, allora il Signore veglia su di te e ti fa vivere beato sulla terra … perché hai compreso la follia della croce, la grandezza di un amore che si fa PANE perché tutti conoscano la tenerezza del suo cuore di Padre.
Commemorazione dei defunti
Nel vangelo di Giovanni, il punto di vista fondamentale su Gesù e la sua missione è che il Verbo fatto carne viene mandato dal Padre nel mondo a darci la vita e a salvare ciò che era perduto. Il mondo da parte sua rifiuta il Verbo incarnato.
Il Prologo del vangelo ci presenta questo pensiero, che successivamente l’evangelista continuerà ad elaborare nel racconto evangelico. Anche i vangeli sinottici, a loro modo, annunciano questa novella. Si pensi alle parabole della pecora smarrita e della dramma perduta; oppure alla dichiarazione: non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori.
Tale linea di pensiero la troviamo anche in questo brano: Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna. Parole chiave del vangelo di Giovanni sono: vedere e credere. Vedere implica e significa automaticamente credere nel Figlio mandato dal Padre. Con questo atteggiamento di fede il credente possiede già la vita eterna. Nel vangelo di Giovanni, la salvezza del mondo si compie già nella prima venuta di Cristo tramite l’incarnazione e con la risurrezione di colui che si lascia elevare sulla croce. Il secondo ritorno di Cristo nell’ultimo giorno sarà un completamento di questo mistero della salvezza.
Il brano del vangelo di oggi è tratto dalla sessione che parla del ministero di Gesù. Il testo ci porta nella Galilea, al tempo di Pasqua, la seconda del testo giovanneo: Una grande folla lo seguiva e Gesù, vedendo le folle dietro a lui, moltiplica i pani. La folla lo vuole proclamare re, ma Gesù fugge e si ritira sulla montagna tutto solo. Dopo una breve pausa che ci fa contemplare il Signore che cammina sulle acque, il racconto prosegue il giorno dopo, con la folla che continua ad aspettare e a cercare Gesù. Segue poi il discorso sul pane della vita e l’ammonimento di Gesù a procurare il cibo che rimane per sempre. Gesù definisce se stesso come il pane della vita, facendo riferimento alla manna data al popolo da Dio tramite Mosè, come una figura del vero pane che scende dal cielo e dà la vita al mondo. Ecco l’ambito in cui risuonano le parole di Gesù che stiamo ascoltando nella nostra lectio. In questo contesto troviamo poi una nuova opposizione e un nuovo rifiuto della rivelazione di Cristo come pane della vita. Le parole di Gesù su colui che va a lui, fanno eco all’invito di Dio perché si partecipi ai beni del banchetto dell’alleanza. Gesù non respinge quelli che vanno a lui ma dà loro la vita eterna. La sua missione è infatti di cercare e salvare ciò che era perduto. Questo ci ricorda il racconto dell’incontro di Gesù con la Samaritana vicino al pozzo di Giacobbe. Gesù non respinge la Samaritana, ma incomincia un dialogo «pastorale» con la donna che viene al pozzo per l’acqua materiale e lì trova l’uomo, il profeta e il Messia che le promette l’acqua della vita eterna. Abbiamo nel racconto la stessa struttura: da una parte la gente cerca il pane materiale e dall’altra, invece, si fa, da parte di Gesù, tutto un discorso spirituale sul pane della vita. Anche la testimonianza di Gesù che mangia il pane della volontà di Dio riecheggia ciò che il Maestro insegna in questo brano evangelico.
Nell’ultima cena Gesù riprende ancora tutto questo discorso nel capitolo 17. È lui che dà la vita eterna, conserva e custodisce tutti coloro che il Padre gli ha dato. Di questi nessuno è andato perduto tranne il figlio della perdizione.
Il ponte
Un contadino e il suo bambino erano in cammino verso un paese vicino, per la fiera annuale. La strada passava sopra un ponticello di pietra sgretolato e traballante per il fiume in piena. Il bambino si spaventò. “Papà, pensi che il ponte reggerà?”, domandò. Il padre rispose: “Ti terrò per mano, figlio mio!”. E il bambino mise la sua mano in quella del padre. Con molta cautela attraversò il ponte a fianco di suo padre e giunsero a destinazione.
Ritornarono che calava la sera. Mentre camminavano, il piccolo chiese: “E il fiume, papà? Come faremo ad attraversare quel ponte pericolante? Ho paura!”. L’uomo forte e robusto prese in braccio il piccolino e gli disse: “Resta qui fra le mie braccia e sarai al sicuro!”.
Mentre il contadino avanzava con il suo prezioso fardello, il bambino si addormentò profondamente.
Il mattino seguente il piccolo si svegliò e si ritrovò sano e salvo nel suo lettino. La luce del sole filtrava attraverso la finestra. Non si era neppure accorto di essere stato trasportato al di là del ponte, sopra il torrente impetuoso.
Questa è la morte. Pensate di approdare sulla riva e scoprire che siete in Paradiso; di afferrare una mano e scoprire che è la mano di Dio; di respirare un’aria nuova e scoprire che è quella del cielo; di sentirvi rinvigoriti e scoprire che è l’immortalità; di passare dalla burrasca tempestosa a una calma sconosciuta; di svegliarvi e scoprire che siete arrivati a Casa!