Domenica 13^ del Tempo Ordinario
Come agnelli in mezzo ai lupi
Gesù affida ai suoi il compito di continuare e perpetuare nel mondo la sua missione fino alla fine dei tempi. Un mandato difficile, quasi impossibile, se affidato solo a delle forze umane e non solo perché la messe è molta e gli operai sono pochi, ma soprattutto perché gli inviati, già di per se deboli, dovranno affrontare ogni genere di insidie e di persecuzioni. Vuole siano sgombri di ogni cosa, privi di ogni sostegno umano, ma solo fiduciosi in Colui che li manda. Dovranno annunciare l’avvento del Regno di Dio sulla terra e la pace, come frutto primario della redenzione. L’annuncio che viene loro affidato, perché di origine divina, perché verità rivelata e vissuta da Cristo stesso, ha in sé una intrinseca forza di convinzione, per cui deve essere soltanto fedelmente proclamata e testimoniata. Sarà fruttuosa per chi l’accoglie, sarà motivo di condanna per chi invece la respinge e la rifiuta. È il rifiuto della salvezza eterna che inevitabilmente implica una dura condanna; è la conseguenza della non accettazione di un dono d’infinito valore, costato la vita di Cristo ed offerto nell’assoluta gratuità. Saranno poi proprio coloro che non accettano il messaggio della salvezza ad assumere la veste dei lupi e ad insidiare la vita degli agnelli indifesi, degli apostoli di Cristo. Ne è testimone la storia della chiesa fino ai nostri giorni. Coloro che restano volontariamente nel loro peccato, rifiutando colpevolmente i frutti della redenzione, diventano i persecutori della Verità perché questa seguita a pulsare dentro come acuto rimprovero mordendo le coscienze. Dove non c’è la pace di Cristo facilmente sgorga il furore dell’uomo e le prime vittime pare debbano essere proprio gli annunciatori e i testimoni della pace divina. La chiesa così, in ogni tempo, si è adornata di eroi, di martiri e di santi. Non solo, ma dalle persecuzioni ha saputo trarre motivo di rinnovata fedeltà a Cristo e di migliore fecondità nello Spirito Santo. Il sangue dei martiri è diventato il seme prezioso donde generare nuovi figli, nuovi frutti di santità
Il Vangelo in mano ai piccoli
Cari bambini, mettetevi bene sull’attenti perché stiamo per iniziare il viaggio con Gesù verso Gerusalemme. E’ un viaggio molto importante perché Gesù sa che dovrà morire e tornare in cielo dal Padre e così vuole spiegare ben bene ai discepoli, ed anche a noi, che essere amici suoi vuol dire seguirlo senza condizioni mettendo al centro della nostra vita il suo messaggio: AMARE COME LUI HA AMATO NOI. Penso che sappiate bene che, a quel tempo, i mezzi di trasporto più gettonati erano i piedi. Non certo calzati da scarpe o scarponi… le persone di allora, infatti, avevano dei semplici sandali che però erano molto utili per percorrere quelle regioni sassose e desertiche.
Gesù con i suoi apostoli, allora, si mette in cammino verso Gerusalemme, e noi con loro. Ad un certo punto del viaggio, il nostro Maestro decide di mandare alcuni dei suoi amici davanti a sé, in un villaggio di Samaritani, per preparargli l’ingresso. Ma attenti bambini, perché Gesù chiama a fare la sua volontà non solo i discepoli di quel tempo! Egli chiama tutti i suoi amici, chiama e manda anche voi a “preparargli la strada” per costruire il suo Regno! E’ per questo che dovete essere sempre pronti. Ognuno di noi, infatti, ha un posto importantissimo su questa terra, una missione da compiere, un compito che se non portiamo alla fine noi personalmente nessun altro lo potrà fare al posto nostro. E’ come costruire una casa: noi siamo i mattoni ed il nostro compito è quello di fare da… mattone!!! Qualcuno potrebbe dire: “Mah… io non ho voglia di essere mattone, è troppo banale, io valgo ben di più… e poi chissà che peso dovrei sopportare se mi mettessero altri mattoni sulla testa, e poi chissà che caldo sarebbe d’estate con il sole che picchia addosso, e d’inverno sempre là fuori al freddo ed al gelo, e poi… no, no, è un lavoro troppo difficile e per di più senza soddisfazioni!”. Ma la casa bisogna costruirla! Beh, pazienza, faremo senza quel mattone… casomai resterà un buco, se tutto va bene. E se va male? La casa potrebbe crollare. Nooo!!! Solo per un mattone… Certo! Per il Regno di Dio è la stessa cosa: vi rendete conto di quale responsabilità abbiamo per la costruzione della Sua Casa? Ognuno di noi è in-di-spen-sa-bi-le! Allora, siete pronti per andare con i discepoli in quel villaggio di Samaritani? Ma… cosa sta succedendo? Non vogliono ricevere Gesù? Questa è proprio grossa! Come è possibile… E lui cosa fa? Si mette in cammino verso un altro villaggio. Che buono e paziente il nostro Maestro! E pensare che noi ci arrabbiamo tanto quando non siamo accettati in qualche gruppo, oppure quando qualche nostra idea non passa, oppure quando ci sentiamo esclusi da qualche iniziativa… ci sembra l’ingiustizia del secolo! Gli abitanti di quel villaggio, Gesù, lo hanno addirittura rifiutato!!! E lui ha continuato la sua strada per fare la volontà del Padre. Ma avete sentito cosa chiedono Giacomo e Giovanni a Gesù, dopo il rifiuto ricevuto? “Signore, vuoi che diciamo che discenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Caspita che caratterino questi discepoli! Pensate che veramente avrebbero voluto farli fuori in quattro e quattr’otto? E voi sareste stati d’accordo? Meno male… perché anche Gesù non è d’accordo, ed infatti li rimprovera perché chi vuole seguirlo lo deve fare nella pace. Lui infatti è venuto qui tra noi per farci diventare uomini, donne e bambini di pace, di giustizia, di solidarietà. Gesù non è mai violento: dove c’è la violenza non c’è il Vangelo. Ci fermiamo un attimo a riflettere su questo argomento perché è molto importante e dobbiamo capire bene bene che la violenza è assolutamente da bandire dalla nostra vita ed anche da quella degli altri. Voi mi potreste dire che non avete mai mandato al Pronto Soccorso nessuno… lo spero bene! Vediamo già così tanta violenza di ogni tipo attorno a noi che ci vengono i brividi solo a pensarci! Ma se vogliamo fare qualcosa per sconfiggere questa “malattia” dobbiamo cominciare da noi, nel nostro piccolo. Allora, attenti bene a questi tre importanti BASTA da mettere in pratica:
– BASTA litigi e lotte fisiche (calci, pugni, spintoni, pizzicotti… e continuate voi l’elenco).
– BASTA violenza verbale: sfido chiunque di voi a dirmi che non ha mai aggredito qualcuno con le parole, che non ha mai fatto stare male o i genitori, o gli amici o qualche altra persona offendendo verbalmente…
– BASTA violenza psicologica. Cos’è? E’ un atteggiamento che il più delle volte si trova negli adulti, ma dovete essere vigilanti anche voi, anche se siete piccoli, perché questo tipo di violenza consiste nel manipolare l’altro per prevalere, per comandare.
Vorrei vedere chi di voi non ha mai escogitato qualcosa per primeggiare… magari umiliando qualche vostro amico, o isolandolo, o facendolo sentire inadeguato, o prendendolo in giro, o parlando male di lui, o accusandolo ingiustamente, o…
Questi tre “BASTA” sono gli importantissimi impegni non solo per questa settimana, ma per tutta la vostra vita.
Continuiamo ora la strada con Gesù verso Gerusalemme. Sul suo cammino incontra tre persone che non hanno ben deciso cosa fare: seguire o non seguire Gesù? Lasciare subito tutto ed andare dietro a Gesù, o tornare prima a casa per sistemare quello che c’è da sistemare? Si dovevano occupare senza dubbio di cose importanti, dei familiari, dei morti, delle persone care… Sapete qual è il grande errore di tutti noi, adulti e bambini?
Credere che Dio ci voglia “rubare” la felicità su questa terra quando ci chiede di vivere i suoi insegnamenti, credere che non potremo più occuparci delle nostre cose se seguiamo lui, credere di perdere qualcosa se scegliamo lui… Invece è proprio il contrario, perché la fede in Dio non è sacrificio o rinuncia! La fede in Dio è la possibilità di vivere la nostra vita in modo bello, gioioso, libero. Noi non siamo schiavi di niente se scegliamo di vivere nell’amore: questa è la felicità che ci propone il Signore. Spesso, inoltre, il nostro modo di vivere il Vangelo è questo: “aspetta che prima faccio quello che voglio, poi faccio quello che mi chiede Gesù”. Quante volte, infatti, la vostra risposta a chi vi chiede un piacere è: “Aspetta un attimo”! E quell’attimo, generalmente, dura ore oppure non finisce proprio mai… Allora, non cercate scuse posticipando l’annuncio e la testimonianza del Vangelo perché il nostro è il cristianesimo dell’oggi non del domani! Anzi, vi dico di più: il nostro è il cristianesimo dell’ADESSO
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