Domenica 16^ del Tempo Ordinario
L’ascolto, primo servizio a Dio
Un rabbi che entra nella casa di due donne, sovranamente libero di andare dove lo porta il cuore. Libero di parlare alle donne, le escluse, come agli apostoli, seguendo la strada tracciata per la prima volta dall’angelo dell’annunciazione: mettere a parte le donne dei più riposti segreti del Signore.
Gesù ha una meta, Gerusalemme, ma non tira mai dritto, non «passa oltre» quando incontra qualcuno. Per lui, come per il buon samaritano, ogni incontro diventa una meta.
Maria seduta ai piedi del Signore ascolta la sua parola.
Il primo servizio da rendere a Dio – e a tutti – è l’ascolto. Dare un po’ di tempo e un po’ di cuore; è dall’ascolto che comincia la relazione. Allora una sorta di contagio ti prende quando sei vicino a uno come Lui, un contagio di luce quando sei vicino alla luce. Mi piace immaginare questi due totalmente presi l’uno dall’altra, lui a darsi, lei a riceverlo. E li sento tutti e due felici, lui di aver trovato un nido e un cuore in ascolto, lei di avere un rabbi tutto per sé, per lei che è donna, a cui nessuno insegna. Lui totalmente suo, lei totalmente sua.
Marta Marta tu ti affanni e ti agiti per troppe cose. Gesù, affettuosamente raddoppia il nome, non contraddice il servizio ma l’affanno, non contesta il cuore generoso di Marta ma l’agitazione. A tutti, ripete: attento a un troppo che è in agguato, a un troppo che può sorgere e ingoiarti, troppo lavoro, troppi desideri, troppo correre, prima la persona poi le cose». Ti siedi ai piedi di Cristo e impari la cosa più importante: a distinguere tra superfluo e necessario, tra illusorio e permanente, tra effimero ed eterno. Dice Gesù: non ti affannare per nulla che non sia la tua essenza eterna. Gesù non sopporta che Marta, sia impoverita in un ruolo di servizio, che si perda nelle troppe faccende di casa: Tu, le dice Gesù, sei molto di più. Tu non sei le cose che fai; tu puoi stare con me in una relazione diversa, condividere non solo servizi, ma pensieri, sogni, emozioni, sapienza, conoscienza. Perché Gesù non cerca servitori, ma amici, non persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose dentro di sé, come santa Maria: ha fatto grandi cose in me l’Onnipotente . Il centro della fede non è ciò che io faccio per Dio, ma ciò che Dio fa per me. In me le due sorelle si tengono per mano. Con loro passerò da un Dio sentito come affanno, è Marta, a un Dio sentito come stupore, è Maria. Imparerò a passare da un Dio sentito come dovere, a un Dio sentito come desiderio.
Il Vangelo dei piccoli
Chissà quante volte è capitato anche a casa vostra la visita inaspettata di una persona cara. Quanta gioia! La mamma cerca di mettere l’ospite a suo agio, gli offre qualcosa, gli chiede se ha pranzato, se ha sete, se vuole prendere una bevanda o un caffè. Se poi questa persona ha portato anche dei regali, beh allora l’emozione arriva alle stelle. Voi bambini vi mettete lì intorno e non vedete l’ora di aprire i doni. Il vangelo di oggi ci parla proprio di una visita improvvisa che Gesù fa a una famiglia di amici. Questi erano tre fratelli di nome Maria, Marta e Lazzaro. Se ricordate, sono personaggi nominati più volte nei vangeli, addirittura nel vangelo scritto da san Giovanni viene detto che Gesù è molto amico di questa famiglia. Dunque Gesù è a Betania e va nella casa di questi tre fratelli e lì trova Maria e Marta. Maria quando lo vede è piena di gioia, lo accoglie e si siede ai suoi piedi come un alunno attento. Maria ha desiderio di ascoltare Gesù, la sua Parola, perché lui è un grande amico ma è anche un maestro di vita. Anche Marta è contenta di vedere Gesù, è felice di accoglierlo nella sua casa, ma incomincia anche ad affannarsi, dice tra sé: e adesso come faccio? Cosa gli preparo da mangiare? E poi la casa oggi non è del tutto a posto, c’è un po’ di disordine… che pessima figura! Insomma Marta si affanna, si preoccupa troppo. Vuole accogliere Gesù, far bella figura, ma guarda solo alle cose esteriori, alle cose da fare, che magari non sono troppo in ordine e questa sua preoccupazione le inquieta il cuore. Ma a Gesù non interessa l’accoglienza fatta di cose. Interessa stare insieme, parlare, dialogare. Gesù è contento se la sua Parola è ascoltata dalle persone, è accolta nel cuore così che diventi una parola che illumina la vita che aiuta a camminare nel bene, nell’amore. Quando ero piccola vedevo la mia mamma indaffarata, a volte affannata per le tante cose da fare. Lei tutto il giorno pensava al papà, a me e alle mie sorelle. Per noi preparava cose buone da mangiare, puliva e teneva in ordine la casa, lavava stirava, a volte lei e il papà ci regalavano delle piccole cose quando eravamo state particolarmente brave. A me tutto questo dava gioia, però la gioia più grande era quando la mamma si sedeva accanto a me e mi ascoltava. Io le parlavo, le dicevo le cose che mi davano gioia o le cose che mi rendevano triste, e lei mi ascoltava, a volte mi accarezzava. Insomma stava con me, mi donava il suo tempo prezioso anche se aveva tante cose da fare. Questo mi faceva sentire importante, mi diceva più delle parole che la mamma mi pensava che mi voleva bene, che ci teneva a me. Dopo avermi ascoltata, la mamma mi dava sempre un bacio perché, mi diceva che aver dialogato con me, l’aiutava a migliorarsi come mamma e anche come persona. Chi ascolta dà importanza a l’altro, lo accoglie veramente. Chi ascolta impara. E Gesù davanti a Marta che è arrabbiata e affannata perché la sorella sta seduta ad ascoltarlo, mentre lei deve fare tutto da sola, risponde con una bellissima frase: “tu Marta ti affanni troppo per le cose, Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”, cioè mi esprime la sua accoglienza nel modo migliore, ascoltando la mia parola. Quella Parola è Parola che accolta, aiuta la vita a costruirsi nell’amore. Voler bene a qualcuno significa ascoltarlo. E sapete? Nella lingua di Gesù, il verbo ascoltare ha la stessa radice del verbo aderire. Allora possiamo dire che l’ascolto è come un abbraccio, si ascolta davvero quando nel nostro cuore c’è un’accoglienza simile a un grande abbraccio. Le volte in cui Gesù passa e viene a trovarci nella giornata, sono davvero tante. Ma spesso lo accogliamo pieni di affanno pensiamo alle tante cose che dobbiamo fare. Diciamo: oggi non vado a Catechismo perché ho tanti compiti, oppure: domenica non sono andato a messa perché dovevo ripassare tutta la storia: lunedì avevamo la verifica in classe. Gesù viene. Ogni domenica è un appuntamento con lui. È questa una bella opportunità, una bella occasione che abbiamo. La scelta è nostra, possiamo fare come Marta e dire: ho tante cose da fare, oppure come Maria, che lascia le cose da fare per stare con lui, per accogliere la sua Parola, per dirgli che gli vuole bene. Questo non vuol dire che dobbiamo diventare fannulloni, anzi. L’incontro con Gesù ci dona nuovo slancio per riprendere il nostro dovere e i nostri impegni con più entusiasmo e più gioia di prima. Io mi auguro che ognuno di noi sia capace di fare come Maria, di scegliere la parte migliore, la cosa migliore, cioè l’accoglienza di Gesù e della sua parola di vita, che ci aiuta nel bene indicandoci la strada dell’amore.
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