Domenica 2^ del tempo ordinario
Qualsiasi cosa vi dica…
Cana di Galilea. C’erano lì sei anfore di pietra. Prova a sentirti oggi una di quelle anfore. Ogni giorno vieni riempita di acqua e tutti quelli che entrano in casa si avvicinano a te per lavarsi. Oggi avviene qualcosa di nuovo. L’acqua viene versata in te fino all’orlo. Sei al massimo della pienezza. Ma nessuno si accosta a te per lavarsi. Senti a un certo punto che quell’acqua non è più acqua. Avverti un sapore diverso dentro di te. Le cose di prima sono come “cambiate” di natura. Diventano preziose, capaci di rallegrarti il cuore e di essere anche per gli altri fonte di gioia. Lo può comprendere bene questo cambiamento chi ha incontrato il Signore personalmente, chi lo ha sentito entrare in casa e sedersi a mensa, chi lo ha ascoltato in maniera nuova. È come se a un certo punto della sua vita quella Parola non è stata più un pensiero scritto, interessante ma a sé, quella Parola è diventata vivente. Tutto quello che era “acqua” ha subito una trasformazione di sostanza, è diventata altro. Quando l’uomo si lascia abitare da Dio e lo incontra a tu per Tu, tutto cambia, si veste di vita nuova, e tu davvero cammini sulle ali del Vento perché passi dentro le cose, le assapori ma non per restarvi, per andare sempre più in là, dietro a Colui che ha afferrato il tuo cuore, per sempre. E la tua umanità è “sposata”. Maria è bellissima in questo scorcio di vangelo. Sta dietro le quinte, ma è come un crocicchio in cui convergono le varie strade. L’emblema di una umanità piena. Lei sa che ci sono tesori di grazia da gustare, per questo si volge a Gesù. E le parole di Gesù: Donna, che vuoi da me? Possibile che non si possa star qui senza intervenire, fare i semplici invitati? Non è ora ancora … Ma per Dio è sempre ora. Per Maria è sempre ora. L’ora del compimento, l’ora delle nozze: Dio e l’uomo per sempre fanno una cosa sola, sono un nome solo: Gesù, il vino che rallegra il nostro cuore …
Meditazione
Oggi festa di nozze a Cana di Galilea. Tanti invitati tra cui la madre di Gesù, Gesù e i suoi discepoli. Viene a mancare il vino e Maria, attenta, lo dice a Gesù. Maria è attenta a ciò che la circonda. Uno sguardo di amore, una presenza discreta ma capace di entrare nel vissuto altrui come fosse il proprio. C’è una gioia condivisa in pericolo. Il rischio di una umiliazione imminente. È qui che si comprende come la gioia degli altri vada custodita e la vita umana tutelata, quando ci si accorge del rischio che si corre: «Non hanno vino». Gesù può intervenire direttamente ma non lo fa perché la grazia divina passa sempre per canali umani. E Maria ce lo insegna. Non dice a Gesù cosa deve fare ma fa presente la necessità. Poi lascia a lui di decidere. Semplicemente prepara tutto quello che è possibile. Conosce il Figlio e questo le permette di accostarsi ai servi e di avvertirli: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Le realtà umane messe a disposizione di Gesù diventano potenza di benedizione. L’acqua che si trasforma in vino è l’acqua per la purificazione rituale, un’acqua considerata impura. In quelle anfore si lavavano i giudei, quando entravano in casa. Quell’acqua Gesù trasforma, acqua pulita perché i servi le riempiono per quell’occasione, ma in recipienti impuri. E così noi siamo. Realtà fragile e impura. Questo non spaventa Gesù. Egli si accosta e trasforma. Di acqua ce n’è tanta: centoventi litri per sei … Di vino non ce n’è più. Un particolare aspetto è che queste anfore vanno riempite fino all’orlo. La propria fragilità va colmata, accolta per intero. Il resto lo fa Gesù. Nel momento in cui si attinge l’acqua diventa vino. È una trasformazione in atto continuamente. Se tu aspetti di vedere il vino prima di darlo, resterai acqua. Sei e resti anfora colma di acqua. Invita Gesù nella tua vita. Quando lui è in casa tua, tutto ciò che è necessario avverrà. E tu neanche ti accorgerai del miracolo che avviene con le tue cose, perché Gesù prenderà del tuo e lo darà a chi si accosta a te. Questa è la gloria di Dio! Una gioia accresciuta, una gioia moltiplicata, una gioia custodita, ma con materiale accessorio, quello che tu puoi offrire, niente di più.
Contemplazione
Signore, tu sei il mio pastore: nulla mi manca. Mi fai riposare, mi conduci nella terra della tranquillità più profonda. Tu colmi ogni mia attesa e mi guidi per sentieri sicuri. Nulla mi spaventa perché so che tu ci sei. Tu sei con me. Sono sicuro non delle cose che vivo, ma di te a cui posso appoggiarmi. Non mi manca ciò che nutre il mio desiderio. Ogni giorno mi stupisci e trabocca la realtà davanti ai miei occhi. Quando le contrarietà si moltiplicano, tu mi sollevi e mi fai vedere lontano. Mi sento custodito dalla tua bontà e la tua fedeltà mi narra i prodigi di un cammino non conosciuto, ma sicuro. Tutti i giorni della mia vita ti appartengono. Cosa posso temere?
Il Vangelo dei piccoli
Oggi Gesù è invitato a un matrimonio. C’è anche la sua mamma e i suoi primi discepoli. È un momento di festa. La mamma di Gesù si accorge che sta per finire il vino. Cosa può fare? Se lo va a dire agli sposi, si agitano. Non è il caso. Andare a prendere il vino. Ma dove? Una soluzione c’è. Gesù. Ma è il momento giusto? Maria va da Gesù e glielo dice. Il vino è finito. Gesù non vuole fare miracoli che lo mettono al centro della situazione. Al centro in questa festa ci sono gli sposi. E allora sceglie di risollevare la situazione senza apparire. Ci sono delle anfore di acque. Stanno già lì. Tutti lo sanno. Nessuno ci fa caso. I servi riempiono le anfore con l’acqua. Una cosa normale. Nessuno ci fa caso. Quell’acqua diventata vino si vede sulla tavola. E lo sposo riceve i complimenti di chi ha organizzato il pranzo, dei complimenti per una cosa di cui non è a conoscenza. Che significa? Che il Signore fa grandi miracoli nella nostra vita, ma sono miracoli che a noi sembrano cose normali. Per quegli invitati che non sapevano da dove veniva era normale bere un vino buono. Avevano notato che era migliore di quello che stavano bevendo, ma pensavano che era stato messo da parte appositamente. E invece!!! I servi che avevano messo l’acqua nelle anfore e poi l’avevano tirata fuori che non era più acqua ma vino, loro sì che si erano accorti della straordinarietà di quel vino! Stà attento alle cose che ti sembrano come sempre, perché spesso in quelle cose c’è qualcosa di più: tu non lo vedi, ma Dio passa lì, zitto zitto. Lo fa perché ti ama e non vuole toglierti la gioia di sentirti quello che sei, protagonista della tua vita. Non dimenticare mai che sei protagonista grazie a quello che Lui fa per te ogni giorno da sempre!