Domenica 2^ di Avvento
Il Signore verrà a salvarci: al centro della liturgia sta la venuta del Cristo. Il Signore viene continuamente in mezzo a noi. Egli può alimentare la nostra speranza di salvezza, di vita riuscita. Lo possiamo rifiutare o accogliere. Lo si accoglie nella sua Parola e nei fratelli che ci pone accanto., soprattutto in quelli che più interpellano, nella loro miseria, la nostra volontà buona. Diventare cristiani è nostro compito, vale a dire aprirci alla salvezza che Cristo ci dona. La presentazione che il Vangelo fa di Giovanni Battista è un invito alla conversione. Per il Battista una evidenza emerge su tutto: Il Signore viene per regnare sulla vita delle persone, per manifestare la sua signoria nella storia dell’umanità. E’ un evento serio e consolante: serio perché prospetta un progetto di umanità riuscita e in armonia; consolante perché egli è il Signore della storia, la quale dunque non dipende solo dalle nostre prestazioni e capacità. Con le sue immagini messianiche la prima lettura annuncia proprio questa novità: Colui che Dio manda è pieno del suo Spirito, porterà giustizia e salvezza agli oppressi, diffonderà pace tra chi teme il Signore. Il mondo dunque, così completa la seconda lettura, potrà rinnovarsi solo attraverso l’accoglienza di questo progetto (mistero) di Dio. La nostra collaborazione, ad esempio, potrà incominciare dall’accoglierci gli uni gli altri, come Cristo ha accolto noi. Accogliendo l’invito forte alla conversione, che Giovanni Battista ci propone, sappiamo andare a fondo nella revisione dei nostri atteggiamenti che non lasciano spazio al Salvatore.
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