Domenica 23^ del Tempo Ordinario
Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della e nella nostra vita.
Lo seguiamo perché lo amiamo e perché abbiamo fondato su di lui, e solo su di lui, il nostro progetto di vita.
Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci è chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l’adesione alla “nostra” croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli.
La Chiesa, oggi e sempre, è costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Gesù con totale abbandono e senza nessun compromesso.
Essere discepoli
Essere discepoli: identità non facile. Andare a lui richiede il coraggio di non sentirsi maestri. La verità è una: seguire Gesù implica il lasciare tutto il resto, e per primi se stessi. Prendi la tua croce ogni giorno? Quale croce? La croce della sofferenza? No. Cristo non ti propone la sofferenza. Croce equivale a dire: Ama fino alla fine, ama senza condizioni, consumati nell’amore. Riformulata la domanda allora ti senti chiedere: Ami anche se ti fanno fuori ogni giorno? Ami senza attenderti nulla in ricambio? Se hai un amore così a disposizione ogni giorno, costruirai te stesso e chi ti è accanto. Metti amore e troverai amore, dice san Giovanni della Croce. Rinuncia ad avere amore, sii amore e l’amore ti travolgerà…
MEDITAZIONE
Si siede prima a calcolare la spesa. La vita è più che costruire una torre. Eppure per una costruzione si vede logico fare progetti, calcoli, preventivi di spesa per verificare i mezzi necessari al compimento dell’opera, per vivere non si pensa davvero a fare calcoli, progetti, preventivi di spesa… Gesù ci invita a sederci, a valutare tutto ciò che siamo, a scegliere come, dove, perché agire… perché la vita sia vissuta in pienezza, sia “compiuta”. Vogliamo una volta tanto dedicare del tempo a esaminare le nostre possibilità? Altrimenti rischiamo di vivere nel campo dove è nascosto il tesoro, senza saperlo e soprattutto senza trovarlo!
Molta gente va con Gesù. I motivi dell’andare con lui sono diversi, per questo Gesù si volta e crea un primo discernimento tra i presenti. Le sue parole fanno da chiave di apertura o chiusura alla sequela. Andare con lui significa riordinare gli affetti. Odiare padre e madre, moglie o marito, figli e fratelli, la propria vita… equivale a ritrovare le origini degli affetti. Le sorgenti dell’affettività umana sono in Dio. Da lui scaturisce ogni legame. Non è discepoli finché non si guarda a lui come unico senso dell’esistenza. Tutto viene da lui. Portare la croce non significa soffrire, ma trovare il significato profondo dell’essere, rintracciare la mappa di quell’itinerario che conduce alla vita. Seguire Cristo che è luce significa vivere la luminosità di un incontro. Il pretendere di irradiare luce propria, questa è la croce: è la vita che nasce dalla croce è nel non cercare di essere luce, ma accettare di esserne irradiati per irradiare. Non ce la fai a combattere l’altro perché è più forte di te? Non stare lì a questionare e a cercare di farcela. Sii semplice. Non hai le risorse per la vittoria? Vinci non con la guerra, ma con la pace. Non cercare di essere vincitore, cercando la sconfitta altrui, ma entra nella logica dello stare seduti insieme a gustare la vittoria di barriere infrante senza prepotenza o supremazie. La croce sono io, la mia vita, l’asse verticale del mio essere uno e l’asse orizzontale del mio essere con gli altri; svetto verso il cielo e abbraccio tutti gli uomini. Andare dietro a Gesù, a un uomo che conosce l’unico vocabolario dell’amore consegnato, donato senza condizioni… Rinunciare a ciò che si ha per convertirsi all’essere, questo sì che è farsi discepoli.
CONTEMPLAZIONE
Signore, oggi voglio sedermi accanto a te e aprire con te la mappa del mio cammino. Nel tracciato in rosso che tu avevi evidenziato io ho intersecato viottoli e percorsi alternativi. Ma ora non comprendo più quale progetto sono chiamato a realizzare. Il fatto è che anch’io ho scritto in rosso e non so più come distinguere… Sembra quasi che tu sorrida di questi scarabocchi da me fatti sui tuoi. E come sempre con la pazienza del tuo amarmi ti trovo qui insieme a me a recuperare le tue linee… non sarà forse che dove ci sono croci lì ci sei tu? Quando il linguaggio del vivere viaggia sull’onda del mio, l’asse è ricurvo e non ha direzioni. Quando invece le onde dell’incontro fanno del mio essere uomo una pagina di vita, allora tu sei avanti a me! La mia persona umana ha la forma di una croce quando sto in piedi con le braccia aperte all’abbraccio. Non ho più forma di croce quando chiudo le braccia in me stesso. E allora resto un tronco sterile di non incontro. Mio Dio, quale meraviglia l’essere come te, capace di eternità e di limite, di splendore divino e di opacità terrena. Dietro a te, ogni giorno, ci sarò, Signore!
Il Vangelo dei piccoli
Gesù oggi ti propone di fare il costruttore. Se vuoi costruire una torre, prima ti procuri il materiale e poi inizi. Altrimenti sai che bella figura ci fai dopo aver iniziato il lavoro sei costretto a lasciare le cose a metà! Se ti va di mangiare un ghiacciolo, non puoi andare in un bar e prenderlo, se stai ancora in pigiama e non hai i soldini in tasca. Prima devi procurarti i soldi, poi ti vesti e alla fine vai a prendere il ghiacciolo. In tutte le cose c’è bisogno di usare l’intelligenza. Quando vedi il cielo nuvoloso e senti un po’ di tuoni, se esci porti con te l’ombrello, anche se al momento non piove. Perché la stessa cosa non la fai con le tue risorse? Se tu conosci i tuoi doni, puoi usarli tutti. Ma se tu di te conosci solo alcuni aspetti, vivi a metà o a pezzetti. E questo non ti può dare la felicità. Adesso vai davanti allo specchio e racconta al tuo cuore tutte le cose belle che hai dentro di te e che da te devono uscire come dono per tutti, anche per me. Aspetto eh?!
Puoi anche prendere un quadernetto e cominciare a scrivere sulla pagina di sinistra i doni ricevuti da Dio, e sulla pagina di destra quello che con questi doni puoi fare.
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