Domenica 26^ del tempo ordinario
Un uomo di nome…
Un uomo ricco, un uomo di nome … Il nome del primo è la ricchezza che ha, il nome del secondo è: Dio soccorre, perché di suo non ha nulla. Entrambi sono sotto lo sguardo dell’Altissimo, ma ricevono diversamente la sua presenza. Il primo non ne ha bisogno, ha del suo. L’altro non ha altri che Dio, e la sua vita è una piaga che gli uomini scansano. Le tue piaghe puoi nasconderle sotto tutte le ricchezze possibili, ma Dio le conosce. Ti fanno giacere, acuiscono la tua fame di pienezza, ma sono le vie che ti aprono al Mistero… Beato te, quando avvertirai forte la nostalgia dell’essere “povero”, perché è la verità del tuo essere uomo. Tu sei povero, ma non lo sai perché camuffi ciò che sei, ti inventi di essere Dio! Cosa possiedi che tu non abbia ricevuto da Lui? Ricorda che ti appartiene il regno dei cieli, proprio perché sei povero, sei figlio, sei uomo… come Gesù… per questo sei “ricco”, ricco della sua povertà, ricco del tuo avere Dio per Padre!
MEDITAZIONE
Tra noi e voi è stato fissato un grande abisso… è l’abisso incolmabile di ogni scelta che porta al di fuori della volontà di Dio. Un abisso che rende il cuore assetato e tormentato quando si fa consapevole di sé. Non compri la presenza di Dio con le tue ricchezze, perché non vedi, non ascolti, non impari… sei troppo pieno di te e delle tue cose. Puoi saziare la tua fame di eternità se solo apri la porta di casa tua e fai entrare Lazzaro nelle tue grazie, pensando che la vita non ti ha dato tanto perché tu affoghi in essa, ma per parteciparne a chi incontri sul tuo cammino. L’abisso tra te e l’altro puoi colmarlo, se riapri l’ascolto del tuo cuore.
Gesù sta parlando con i farisei, attaccati al denaro. Loro sono là che ascoltano ma per farsi beffe delle sue parole. Dio che conosce i cuori non si lascia prendere in giro. Davanti a lui è detestabile il loro atteggiamento, senza nome. Come senza nome è il ricco di cui Gesù racconta. Ci sono due uomini, uno ricco e uno mendicante. Il ricco non ha nome, il mendicante porta il nome di Dio: Lazzaro, cioè Dio soccorre. Questa è la sua ricchezza, una ricchezza senza pari… I due sono vestiti entrambi della vita: il ricco veste porpora e lino finissimo, Lazzaro veste piaghe. Il ricco siede a tavola, Lazzaro giace alla porta. Il ricco banchetta lautamente. Lazzaro brama di sfamarsi di ciò che cade dalla mensa. Se c’è un sopra e un sotto nella vita possiamo dire che il ricco sta SOPRA, Lazzaro sta SOTTO, a contatto con i cani che leccano le sue piaghe. Lui si lascia comunque avvicinare nella sua condizione di bisogno, il ricco è solo, neanche i cani lo toccano. Arriva il giorno della morte. E la situazione cambia. Il povero è portato dagli angeli accanto a Dio. Il ricco è sepolto. Lazzaro va SOPRA, il ricco va SOTTO, giace alla porta della terra, negli inferi fra i tormenti. Questa volta è lui che alza gli occhi e vede da lontano il Signore, e Lazzaro accanto a lui. Grida perché ha sete e vede Lazzaro, quel Lazzaro che non vedeva in terra. L’invito di Dio è a far memoria di ciò che è stato nella vita. Non si può colmare l’abisso scelto a suo tempo, non si possono raccorciare le distanze che i vuoti di amore hanno tracciato. E neanche si può inventare l’amore. Improvvisamente si interessa del bene dei fratelli. E sta lì a comandare a Dio, a Lazzaro sul da farsi… La risposta è una sola. Hanno tutte le possibilità di rendersi conto. Non si converte il cuore se non è in ascolto. Il cuore ricco, sazio, non vede, non ascolta. Tutto ciò che cade sotto gli occhi è distante. La straordinarietà la percepisce chi ha fame di vita. Chi pensa di essere padrone della vita non riesce a fare spazio ad altro che a se stesso. Guai a voi ricchi perché avete già la vostra consolazione, guai a voi che ora siete sazi perché avrete fame. Volere non è potere, perché la vita non è tua proprietà, ti è stata data. La beatitudine è dei poveri, perché non avendo nulla, vivono la gratuità del dono, ecco perché è di loro appartenenza il regno di Dio. E quale ricchezza più grande di questa? Il ricco vede da lontano Dio, Lazzaro è accanto a lui!
Il Vangelo dei piccoli
Gesù parla ai farisei, persone che osservavano la legge e pensavano di essere giusti perché erano precisi in tutte le pratiche religiose, ma il loro cuore era lontano da Dio perché erano attaccati alle ricchezze. Questa storia che racconta oggi Gesù è molto interessante anche per noi che abbiamo tante ricchezze, perché non ci manca niente. Un uomo ricco vestiva alla moda e con stoffe preziose, mangiava benissimo e con tanta soddisfazione. L’unica cosa che stonava nella sua casa era che alla sua porta c’era sempre un certo Lazzaro, pieno di piaghe. Solo al vederlo, si sentiva male. A lui bastavano le briciole di quello che il ricco mangiava, infatti aspettava insieme ai cani gli avanzi. Erano proprio i cani che avevano compassione di lui e gli leccavano le piaghe. Quando un giorno muoiono, accade qualcosa di meraviglioso. Scendono gli angeli e vengono a prendere Lazzaro per portarlo in cielo dal Signore. Per il ricco non c’è nessun angelo. Lui viene messo sotto terra. Quando alza gli occhi riconosce quel povero che stava sempre fuori casa sua e prega Dio di mandarlo a prendere una goccia d’acqua per lui. Adesso lo conosce, prima gli dava fastidio perfino che stesse lì tra i cani vicino a casa sua! Ma ora le sue ricchezze non gli servono più. Ha scelto lui di soffrire terribilmente in quell’abisso che è il vuoto del suo cuore. Mangiava e banchettava e il suo cuore si è indurito fino a svuotarsi del tutto. Ora può fare finta di interessarsi del bene dei suoi fratelli. Non c’è bisogno! Ci sono per loro come ci sono state per lui in vita tutte le possibilità per convertirsi. Per il Signore lui è sempre figlio, ma un figlio senza nome, che ha fatto dei suoi beni il suo nome. Si chiama: Ricco. E tu quale nome preferisci per te? Ricco o Lazzaro (che significa: “Dio aiuta”)? Scegli! Se scegli “ricco”, ricordati che non hai nome. Tutti ti cercano per le ricchezze che hai, non per quello che sei!!
Stampa Articolo