Domenica 3^ di Avvento
La liturgia di oggi ci esorta a “rallegrarci nel Signore che viene”. Davanti ai nostri occhi sta ancora la figura di Giovanni Battista. Egli invia discepoli a interrogare Gesù: “Sei tu colui che deve venire…?”. Poiché non sempre i segni del ‘Regno’ sono evidenti. E tuttavia la risposta di Gesù indica un criterio chiaro per discernere i segni del Regno: quando il male è superato dal bene, quando i poveri, i piccoli e gli oppressi riacquistano vita e speranza. Allora può esservi gioia per il Regno presente. Questa è anche la gioia a cui siamo oggi invitati: la gioia che scaturisce dall’attesa del Regno e anche dalla testimonianza di accoglienza, carità paziente, apertura al bene in tutte le sue forme. La domanda rivolta dal Battista a Gesù, nel vangelo di oggi, provoca anche noi. Anche il nostro tempo è attraversato da ‘attese’ che molto spesso illudono: esse rinviano a falsi messia e a false promesse che ingannano. Gesù nella sua risposta, indica un criterio chiaro nell’agire di Dio, così come si manifesta nell’agire stesso di Gesù, il suo Messia. La vicinanza di Dio ai piccoli e ai poveri della terra è l’unico segno del vero Messia, l’unico segno della sequela di Gesù. Il criterio delle “opere che salvano” è presentato anche nella prima lettura per incoraggiare gente sfiduciata a riprendere in mano la propria vita. E a noi che viviamo ora il tempo della speranza, la seconda lettura rivolge l’esortazione ad essere pazienti e costanti, ad essere fiduciosi e a rinfrancare i cuori, poiché la venuta del Signore è vicina.
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