Domenica 4^ di Quaresima

VARCANDO LA SOGLIA

Figlio perfetto, perché ti indigni, ti lasci andare all’estraneità e ti escludi da ogni appartenenza? Se resti fuori di casa e fai uscire tuo padre verso la  tua caparbietà, vuol dire che la tua mente si è impicciolita e non comprende più la trepidazione della perdita da quando si è lasciata divorare dalla rabbia e vede solo sostanze divorate con le prostitute, non più una persona amata che si butta via! I pensieri di morte del tipo:

Non gli spetta più nulla in questa casa perché ha portato via tutto quello che di diritto era suo; ora cosa vuole?

ti fanno pensare quel fratello come un nemico, un ladro o più pericoloso ancora ti fanno disprezzare il padre che non si rende conto. E tu? Vuoi restare fuori di casa o entrerai a fare festa per chi si è fatto già tanto del male e ha bisogno di te per tornare a vivere?

Tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo…

Il segreto dell’amore autentico è tutto qui. E Gesù non ha sperperato le sue sostanze divine lasciando la casa del Padre e vivendo il bisogno umano della fame, pascolando le nostre menti pagane e avvicinando le nostre prostituzioni? La memoria di Dio è la strada del ritorno. Lui ti aspetta già, scruta l’orizzonte ogni giorno. Se non è venuto a cercarti è perché sa che conosci la strada e che la via della libera scelta è sempre la migliore anche se è la più dolorosa per chi ama. Se non hai più rispetto di te stesso e pensi che nessuno possa capire ciò che provi, è questo il momento di tornare al Padre. Lui ti metterà l’anello della figliolanza e ti ricorderà che per te compie meraviglie.

La via del ritorno sarà pungente di nostalgia, perché ritroverai l’amore del Padre che ti ha seguito mentre andavi per le tue vie, anche se tu non lo vedevi perché avevi gli occhi pieni di illusione. Buon ritorno al Padre! dai pascoli dei porci o dai campi vicino casa…

IL VANGELO DEI PICCOLI

Gesù parla di un papà con due figli. Un figlio per bene, quello più grande, e un figlio un po’ ribelle, quello più giovane. Il papà ha un cuore grande, ma nessuno dei due figli lo conosce. Uno decide di prendersi tutta l’eredità e di andarsene in giro a fare quello che vuole, senza preoccuparsi di quello che il papà può soffrire nel vederlo andar via. L’altro resta a casa ma non ha con il papà nessun dialogo, pensa a lui come a un padrone che pretende e basta. Quanto è difficile conoscere l’amore di Dio! Il papà di questa parabola non giudica né il figlio che se ne va né quello che resta. Li ama e basta. Ma loro non lo sanno. A un certo punto stanno tutti e due fuori di casa ed è il papà che va a cercarli. Il più giovane all’inizio quando va via. Il più grande alla fine quando non vuole rientrare.

Il padre vede il figlio che sta tornando a casa perché lo aspettava e gli corre incontro, gli fa festa. Non ci sono gioie più grandi per lui che questi figli. Sono oggetto di amore immenso. Sbagliano entrambi, hanno il cuore lontano e disperso oppure il cuore indurito e schiavo, ma che fa? Sono i suoi figli, e lui li ama non perché sono bravi. Li ama perché sono suoi!!! Perché non si parla della mamma in questa parabola?

Sembra che non c’è. Perché il papà di cui parla Gesù è il suo Papà, il Padre del cielo, il Creatore dell’universo. E lui è padre e madre. Infatti è molto tenero con tutti e due. Lui ci ha creati, ci ha portati in grembo!

Gesù vuole farci capire che la gioia vera è quella di sapere che per essere amati dal Padre non dobbiamo fare nulla. Lui pensa a noi perché ci ama e siamo suoi. E allora cosa temere? Se restiamo vicino a Lui, questo basta. Tutto ciò che è suo è anche nostro. Quindi è nostro il cielo, la terra, il mare, le stelle, la luna e il sole, tutti i cuori umani. Quanti regali!

Non sei contento di avere un Dio così straordinario che ti ha sognato e ti ha fatto nascere come sei?!

CHIODI

C’era una volta un ragazzo dal carattere molto difficile. Si accendeva facilmente, era rissoso e attaccabrighe. Un giorno, suo padre gli consegnò un sacchetto di chiodi, invitandolo a piantare un chiodo nella palizzata che recintava il loro cortile tutte le volte che si arrabbiava con qualcuno.

Il primo giorno, il ragazzo piantò trentotto chiodi. Con il passare del tempo, comprese che era più facile controllare la sua ira che piantare chiodi e, parecchie settimane dopo, una sera, disse a suo padre che quel giorno non si era arrabbiato con nessuno.

Il padre gli disse: “È molto bello. Adesso togli dalla palizzata un chiodo per ogni giorno in cui non ti arrabbi con nessuno”. Dopo un po’ di tempo, il ragazzo poté dire a suo padre che aveva tolto tutti i chiodi.

Il padre allora lo prese per mano, lo condusse alla palizzata e gli disse: “Figlio mio, questo è molto bello, però guarda: la palizzata è piena di buchi. Il legno non sarà mai più come prima. Quando dici qualcosa mentre sei in preda all’ira, provochi nelle persone a cui vuoi bene ferite simili a questi buchi. E per quante volte tu chieda scusa, le ferite rimangono”.

Gli esseri umani sono fragili e vulnerabili. Tutti portano un’etichetta che dice: “Trattare con cura, maneggiare con cautela, merce delicata”.

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