Domenica del Corpus Domini
La sollenità del SS. Corpo e Sangue di Cristo sollecita da parte della comunità cristiana una verifica circa il genere di relazione di fede che essa vive con il Signore Gesù. Egli infatti, risorto e vivente, è presente nella Chiesa non soltanto quale “Gesù Storico”, ma come suo salvatore e fondatore, che continua la sua presenza e opera nella relazione sacramentale. E la festività odierna porta a confrontarci con tale esperienza di fede. Già Israele era stato invitato a più riprese a misurarsi col suo Signore, Dio della storia, e con episodi di presenza attiva negli avvenimenti: da cercare quindi e riconoscere vicino, senza sostituirne il volto e la presenza con gli idoli. La religiosità minore, infatti, che è la continua tentazione del popolo di Dio, mancava di aderenza al vissuto a alla storia, perdendo così di vista tutta la “dimensione provvidenziale” propria dell’azione amorosa di Dio. I Vangeli Sinottici rievocano non pochi episodi in cui Gesù chiede ai discepoli fede nella sua presenza umana e misteriosa, fiducia nella sua persona come garante di un piano divino a loro riguardo. Senza una umile relazione di fede verso la presenza del Signore, subentra la paura e la trepidazione! Come i giudei del Vangelo di oggi, anche ora si tende a contestare tutto, mentre Gesù con forza afferma la presenza della sua “carne” e la necessità del suo intervento nella storia di oggi per la salvezza.