domenica delle Palme
La Passione secondo Matteo che leggiamo quest’anno comincia con un patto per tradire, consegnare Gesù, con tanto di prezzo e contratto, e termina con Gesù chiuso in un sepolcro ben sigillato e presidiato addirittura da guardie! In mezzo a questi estremi si compie la parabola più importante della vita di Gesù, che non è più “raccontata” ma di-mostrata con la propria vita, con pochissime parole da parte sua ma tantissimo suo sangue che viene sparso per tutta la “scena” fuori e dentro la città santa, Gerusalemme.
In fondo questa sua ultima parabola è il riferimento più stretto alla vita, la sua vita ma anche alla vita di tutti coloro che nel tempo e nello spazio uniscono la loro vita alla Sua, per fare la sua stessa “fine”, la sua stessa parabola.
Chi di noi ascoltando il “Passio” non si commuoverà e non rifletterà sul tradimento, la sofferenza, l’ingiustizia, la morte non sarà neanche capace di aprire gli occhi sulla realtà della condizione umana, rinchiudendosi in una “gabbia dorata” di illusioni e fantasie come questi nostri poveri e disgraziati tempi non fanno altro che insegnarci. Chi non farà sua la passione di Gesù rimarrà solo con una palma in mano, a cercare continuamente il proprio re e signore nel potente di turno da osannare, senza nemmeno considerare quel Re che, entrando in Gerusalemme, non promette semplicemente una vittoria sul nemico, ma di donarci il vero senso della vita, la vita eterna.
La parabola di una vita umana può avere molte “traiettorie”, dalle meravigliose stelle cadenti ai sassi gettati in uno stagno, e tutte finiranno in un sepolcro da dove non si può più uscire a meno che si uniscano le vite con quella di Gesù, l’unico che da un sepolcro, addirittura vigilato dalle guardie, è uscito, da solo, facendo esplodere la vita che in lui diviene incontenibile sino all’eternità. Ma come Gesù vive la sua passione e morte in unione con la nostra, per “correggere” ogni parabola di vita umana, così dà a tutte le parabole umane la possibilità della stessa conclusione: la mattina di Pasqua, la Resurrezione!
Entrare con Gesù a Gerusalemme deve darci il coraggio di vivere con Lui ogni dramma della nostra vita perché, con-patendo con lui, la nostra vita diventerà insegnamento efficace, parabola da raccontare sulle strade di un mondo in cui gli uomini non aspettano altro che qualcuno gli faccia vedere che l’amore di Dio porta a buon fine tutte le parabole di vita, anche quelle che, nascoste agli occhi dei più, sembrano solo destinate a concludersi senza speranza ed in modo infame.
Nel mondo ci saranno sempre buoni predicatori, esperti biblisti, teologi e commentatori, ma alla fine, e lo dico prima a me stesso, chi come Gesù saprà predicare con la propria vita, compresi e soprattutto le miserie ed i dolori, riuscirà a donare la speranza, a rafforzare la fede, ad aiutare tutti a guardare il proprio sepolcro come un luogo dal quale si uscirà, finalmente, per la vera vita.
Coraggio, non abbiamo paura, accompagniamo il nostro Re, seguiamolo soprattutto nel suo cammino verso la vittoria, stendiamo i nostri mantelli e le nostre palme sulla strada che lui percorre, perché quella è la strada che porta alla mattina di Pasqua.
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