Domenica V di Pasqua
Dio continua nel mondo e nella storia la sua creazione: egli fa le cose nuove e ci invita ad entrare nella sua novità: la liturgia ci conduce così ad approfondire il dinamismo che la Pasqua imprime alla storia. Lo spirito continua a sospingere i battezzati a trovare, nella concretezza del loro vivere, nuovi cammini, adatti per l’oggi, per donare se stessi e per consacrarsi alla missione attraverso la quale Dio può rinnovare il volto della terra. La speranza cristiana trova il suo senso profondo nel comandamento nuovo che Gesù ci affida nel Vangelo di oggi: amare i fratelli come noi stessi. Il suo amore rende possibile il nostro. Non solo Gesù ci è modello di amore, ma il suo amore per noi rende possibile il nostro impegno per la comunità fraterna. Nella prima lettura Paolo e Barnaba rifanno le tappe del loro primo viaggio missionario per infondere coraggio e forza ai nuovi cristiani. Luca mette in evidenza l’entusiasmo missionario dei due: essi vogliono rinvigorire le comunità a cui hanno portato il Vangelo, per una pratica della fede e dell’azione pastorale. Così l’annuncio finale dei cieli nuovi e terra nuova rappresenta nella II^ lett., un messaggio di speranza e fiducia. La travagliata storia umana, oggetto di meditazione offerta ai cristiani, non è destinata al fallimento, ma ad una nuova creazione.