Domenica V^ di Quaresima
Il “segno” di Lazzaro, amico di Gesù, richiamato alla vita, ci stimola a guardare oltre l’orizzonte terreno: la vita che Gesù dona non è solo la vita fisica, ma la vita di Dio. E il comando di Gesù, alla fine del racconto, è un invito a collaborare alla sua opera di liberazione dell’uomo dalle forme di morte che gli impediscono la speranza. E’ un invito a testimoniare con gesti concreti l’impegno per la vita. Coloro che credono nella risurrezione hanno il compito di aiutare l’umanità a vivere, a diventare responsabili della propria e dell’altrui vita, proprio come gratitudine per aver conosciuto il Dio che vince la morte. Il “segno” di Lazzaro offerto dal vangelo è uno stimolo per guardare oltre il piano materiale per scoprire un livello più profondo: il grido di Gesù che richiama Lazzaro alla vita è un grido di liberazione tramandato dal vangelo fino a noi, perché accogliamo nella fede il messaggio: Io sono la risurrezione e la vita. E’ il messaggio profeticamente anticipato già nella prima lettura: “Aprirò le vostre tombe”, questa è la promessa di Dio, questa è l’opera dello Spirito di Dio. La vera rinascita dell’uomo avviene perché Dio comunica a noi il suo Spirito. Questa verità fondamentale della fede cristiana trova conferma nella seconda lettura: le Spirito di Dio abita già ora in noi. Lo Spirito è vita per la giustizia! Quindi se ha risuscitato Cristo risusciterà anche noi, perché Cristo abita in noi.