Domenica XVIII del tempo Ordinario
I Vangeli non mancano di informarci della attrazione che esercitava Gesù sulle folle. Non si trattava dei discepoli, scelti e formati da Gesù, ma di gente anonima, attirata dalla visione profetica sulla storia e sulla cronaca quotidiana, visione che Gesù manifestava con le sue parabole, o attratta dalla singolare sapienza che irradiava e trasmetteva con i suoi detti, le sue beatitudini e il senso dell’esistenza che egli soltanto sapeva comunicare. Un grande incontro di Gesù con la folla si realizza mentre se ne sta andando dalla Galilea, dopo circa due anni di predicazione del Regno di Dio a quelle genti, per dedicarsi alla formazione più specifica dei discepoli. E’ quanto ci fa ascoltare il Vangelo di oggi. Gesù deve anche andarsene dalla Galilea perché persegui-tato da Erode, che già aveva fatto uccidere Giovanni Battista, e quella folla anonima che lo ha raggiunto “in un luogo deserto, in disparte (vv. 13-14) rap-presenta, almeno in una certa misura, la solidarietà dei piccoli e dei marginali. Gesù ne è perciò ‘commosso’ e ricambia quel suo rapporto con la folla con due gesti: guarendo i loro infermi ed offrendo loro un banchetto d’Addio “sul far della sera” (= momento conclusivo…). La prima lettura tratta dall’ultima parte di Isaia, è un grande invito al ‘banchetto’ della Sapienza: “ Venite mangiate…Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza”, certi che nessuno ci separerà dal Signore (II°lett.).