Domenica XXI del tempo Ordinario
Nel cammino della fede e quindi del cammino, mai concluso, della esperien-za religiosa, gli episodi della relazione autentica con Dio non sono mai ben controllabili e riconducibili a qualcosa di già saputo e ripetitivo. Dall’altra parte, sulla sponda del Totalmente Altro ci sono sempre delle novità, delle sorprese: certa originalità sul versante religioso fa del credere un cercare, un abituarsi gradualmente a cedere appunto al Totalmente Altro l’iniziativa sui tempi e le maniere di farsi ascoltare e incontrare. Si richiamino i primissimi episodi della storia della Chiesa, a partire dal mattino della risurrezione di Gesù. E’ lui, il Signore Gesù, a tenere l’iniziativa del ‘darsi a vedere’, non appena da parte umana si smette di voler trovare secondo i modelli e ‘pre-concetti’ ripetitivi di una identità già sperimentata (il “mio Signore” della Maddalena; il sognato “liberatore d’Israele” dei discepoli di Emmaus). Anche attualmente nella ricerca attuale di Dio, quando si vuole tener tutto sotto controllo… non si riesce a incontrarlo… perché è un Dio misterioso. Il Signore infatti, nella sua inesauribile grandezza, si manifesta agli umili e ai piccoli. Si ricordi il Magnificat o quando partì da Betlemme o da Nazareth… o la missione della Chiesa da un monte della Galilea e appoggiata su Pietro. Eppure, come dice S. Paolo “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” e si realizzano sempre per la sua inesauribile potenza e misericordia. Solo rendendoci umilmente disponibili alla sua eterna novità, potrà ‘darsi a vedere’.
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