IV domenica di Avvento

“Maria si mise in viaggio”: le parole sono semplici, forse meno la decisione di partire, soprattutto perché era pericoloso mettersi in viaggio, in particolare per una donna sola e fidanzata. Eppure contempliamo un gesto di disinvoltura nel fare una scelta alla quale si opponevano tante ragioni. Chiaramente Maria era spinta da qualcosa, infatti: “raggiunse in fretta una città di Giuda”. Commenta Sant’ Ambrogio: “la grazia dello Spirito Santo non sopporta ritardi”. Intuiamo che è lo Spirito a muovere Maria e a donarle tanta libertà. Proviamo a parlare con Maria e a interrogarla: che cosa ti fa muovere con tanta rapidità? Che cosa significa “in fretta”? Ci sembra che, entrando un po’ di più nel cuore di Maria, oltre all’azione dello Spirito che le infonde scioltezza, libertà, creatività, possiamo cogliere anche il desiderio di vedere il segno che le avrebbe confermato il suo mistero. L’annuncio dell’angelo costituiva un segreto difficile da comunicare, si ha l’impressione che non lo avesse comunicato a nessuno, probabilmente da qui nasce in Maria l’esigenza di confrontarsi. In Lei era certamente vivo pure il desiderio del servizio, dell’aiuto ad Elisabetta, racchiude dentro sé i motivi di una relazione umana vera e profonda. Maria può offrire aiuto perché capisce ciò che è avvenuto nella cugina, sa interpretarlo come un evento divino. In una relazione autentica si comprende l’altro e si è compresi a fondo. È da questa reciprocità nella relazione che sarà sgorgata la gioia espressa nel Magnificat?

Signore, credere per Maria significa fidarsi di Dio, concedici che sia anche la nostra fede, una certezza che, come una luce, accompagni ogni nostro passo.

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