V domenica di Quaresima
Togliete la pietra
L’amicizia è vita. E la vita genera e intreccia legami di amicizia. Lazzaro muore. E con lui Marta. E con lui Maria. E con lui Gesù. Il pianto della perdita che fende l’aria intorno a Betania trova nella voce del Dio vivo l’eco della risposta. L’amore non può morire. È il grido della vita sulla morte che tira Lazzaro fuori dal sepolcro. Il grido di chi, conoscendo il tuo nome, può generarti ancora. Lazzaro… vieni fuori! Uomo… vieni fuori! Non giacere inerte al buio e nella dimenticanza… Vieni fuori! Potremo anche noi uscire dai nostri sepolcri in questo scorcio di vita quaresimale che ci avvicina alla Pasqua? Fai silenzio, ascolta la Sua voce che ti chiama: Vieni fuori! Fuori da te stesso, fuori dai tuoi pensieri, fuori dal tuo sentire, fuori… perché fuori troverai il dentro che cerchi, il cuore dell’incontrarsi per ritrovarsi.
Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Un amico sta male e muore. È già nel sepolcro da quattro giorni quando Gesù arriva a Betania. Marta è certa che la presenza di Gesù è vita. Vita non solo che allontana la morte, ma vita che sconfigge la morte per sempre. Io sono la risurrezione e la vita… Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Gesù si commuove al pianto di Maria e, quando arriva alla tomba di Lazzaro, scoppia in pianto. È impossibile non turbarsi quando un forte legame sembra infrangersi per sempre. E le lacrime di Cristo sembrano il sigillo che sancisce la perdita. Ma non è così. Il comando di togliere la pietra arriva come una novità per i presenti. La voce della vita è più forte della voce della morte. Un cadavere di quattro giorni che manda cattivo odore può uscire dal sepolcro? Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. La morte può avvolgere l’uomo di bende, impedirgli di essere, ma Gesù è più forte di ogni benda: Scioglietelo e lasciatelo andare. Dopo che il Signore della Vita ti ha chiamato fuori dal giaciglio della dissoluzione, sono i fratelli che ti possono sciogliere dalle bende di morte di cui sei avvolto. Grazie a loro tu puoi tornare a sperare. Da solo puoi consumare la vita che hai e puoi morire. E resterai solo tra i tuoi pensieri e desideri infranti, se non incontri qualcuno che ti tiri fuori. Qualcuno che ti ama, che vive con te una relazione profonda. Quante situazioni di morte ti porti dentro, camuffate magari sotto una veste di vita! Non ti rendi conto che non palpita più il tuo pensiero, che non ha più slanci la tua capacità di amare, che non ti coinvolgi volentieri in imprese di coraggio, ma preferisci gironzolare tra i pensieri a te più familiari, non stringere nuovi legami che impegnino, non comprometterti a meno che non ci sia un po’ di tornaconto personale?! Lascia cadere le bende se vuoi camminare ancora verso orizzonti più creativi, lascia cadere il sudario dal volto se vuoi scorgere le meraviglie di umanità che si celano nelle rughe del tuo quotidiano, lascia cadere le bende se vuoi stringere la mano agli altri o lasciarti abbracciare da chi pensa che tu sei importante… È tempo che fioriscano le gemme sui rami del tuo lungo inverno. È tempo ormai! Vieni fuori…
Il Vangelo dei piccoli
L’amico di Gesù è malato. Le sorelle Marta e Maria glielo mandano a dire. E lui invece di correre subito da lui, aspetta altri due giorni lì dove sta, e poi va. Perché Gesù fa così? Lui sapeva che sarebbe avvenuto qualcosa di grande, ma dopo la morte, non prima. Lazzaro verrà risuscitato da Gesù. Per non morire più? No. Perché morirà ancora, a suo tempo. È Gesù che, una volta risorto, non muore più. Lazzaro morirà ancora, perché Gesù non ha ancora compiuto la sua opera di liberazione dalla morte. Questo prodigio è un anticipo per far capire quello che avverrà poi definitivamente. Come sul monte Tabor Gesù aveva fatto vedere il suo volto trasfigurato, così facendo tornare in vita Lazzaro dimostra che la morte sarà sconfitta per sempre. C’è una condizione fondamentale per vedere tutto questo: essere amici di Gesù come lo erano Marta, Maria e Lazzaro. Chi è amico sa di essere amato e pensato, non dubita dell’affetto e della vicinanza dell’altro. Ad avere Gesù come amico ci si guadagna tanto, perché il cuore sarà pieno di pace e di cose belle. Chi vive senza amici è come morto, perde ogni scopo, diventa come un’isola che intorno a sé ha il mare, è lontano da tutti e da tutto. E infatti si può essere morti anche da vivi: quando hai il cuore di pietra e non passa più niente in te, vuol dire che sei legato da bende di morte. Lasciati sciogliere da Gesù!
La consolazione
Una bambina torna dalla casa di una vicina alla quale era appena morta, in modo tragico, la figlioletta di otto anni.
“Perché sei andata?” le domanda il padre.
“Per consolare la sua mamma.”
“E che potevi fare, tu così piccola, per consolarla?”
“Le sono salita in grembo e ho pianto con lei.”
Se accanto a te c’è qualcuno che soffre, piangi con lui.
Se c’è qualcuno che è felice, ridi con lui.
L’amore vede e guarda, ode e ascolta.
Amare è partecipare, completamente, con tutto l’essere.
Chi ama scopre in se’ infinite risorse di consolazione e di compartecipazione.
Siamo angeli con un’ala sola: possiamo volare solo se ci teniamo abbracciati
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