XI domenica del tempo ordinario
Papa Francesco spesso ci ricorda questo. Perché lo fa? Perché ha voluto un anno santo della misericordia? Cosa significa tutto questo?
Egli afferma: “Il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci, se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Prendere esempio dunque dal Signore, che perdona sempre e impanare ad avere misericordia, come Lui”.
“Tutti, anche i nostri bimbi, i nostri ragazzi, dobbiamo imparare a confessarci bene, perché andare a confessarsi non è andare alla tintoria perché ti tolgano una macchia. No! È andare a incontrare il Padre, che riconcilia, che perdona e che fa festa”.
“Prima di tutto, Dio perdona sempre! Non si stanca di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Ma Lui non si stanca di perdonare”.
Abbiamo dei fatti nella Parola di Dio che ci testimoniano tutto questo.
Vediamo l’esperienza di Davide. Lui, uomo buono, scelto dal Signore, che ha fatto tanto bene davanti a Dio e per il suo popolo, sperimenta tutta la sua debolezza e cade in gravi peccati. Si illude che tutto vada bene così. Arriva il profeta Natan e lo fa riflettere, lo aiuta ad essere sincero, di una sincerità che lo scortica, lo fa passare dal giudizio verso gli altri, sentendosi sicuro della sua posizione, al giudizio verso di sé, alla sincerità del cuore. Davanti a Dio non si può mentire o illudersi di essere a posto. Davide, e qui sta la sua grandezza, non si ribella. Accetta che il profeta di Dio lo rimproveri aspramente e dice davanti a tutto il popolo, senza vergogna: “Ho peccato contro Dio” e fa quella bella e profonda preghiera di supplica che ancora oggi spesso preghiamo, quando leggiamo il salmo 50. E Dio lo perdona e lo restituisce alla sua dignità.
Il perdono di Dio è una nuova creazione, ci rifà nuovi. Io rinasco nel momento in cui Dio mi perdona. Non c’è paragone tra l’amore di Dio e il mio peccato: è come buttare una goccia d’acqua in un incendio. Il peccato, qualunque esso sia, è bruciato, consumato sul momento dall’amore di Dio. Non rimane più niente se ci si butta nell’amore di Dio.
Gesù ha sempre portato perdono, grazia, vera dignità a ogni persona. Il vangelo è pieno degli incontri di Gesù coi peccatori. E’ venuto proprio per questi. “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”, “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Il testo di oggi ci riporta il grande perdono a una donna peccatrice in casa di Simone. Entra la donna in questa festa, si avvicina a Gesù, piange i suoi peccati, bagna i piedi di Gesù e li asciuga coi suoi capelli. Simone giudica nel suo cuore. Gesù lo sa e pronuncia una parabola. Chi ha ricevuto molto perdono, ama molto. “Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha amato molto”. E alla donna dice: “I Tuoi peccati sono perdonati, la tua fede ti ha salvata, và in pace”.
Quello che conta è amare molto, cercare di amare molto. Sentire l’amore, la misericordia di Dio e vivere in questo amore, in questa nuova vita che ci viene data dalla misericordia. Quello che conta è cercare di amare. Se uno sente veramente l’amore di Dio, vive nello stupore, nella gratitudine e non si dà pace finché non lo ama con tutto se stesso.
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