XI domenica del tempo ordinario
Gesù ci parla del Regno di Dio, cioè del modo di regnare, di agire di Dio. E ce lo dice usando delle immagini che ci aiutano a capire qualcosa del suo mistero d’amore. Oggi abbiamo due parabole: il seme che cresce da solo, il seme inizialmente minuscolo che diventa un grande albero.
Notiamo spiccare il contrasto tra la crescita incessante del piccolo seme nella terra e l’attesa «inerte» da parte dell’uomo. Cioè: una volta seminata nel cuore dell’uomo la parola di Dio attraverso l’ascolto, anche se impercettibilmente, questa cresce da sé. Ha una potenza misteriosa, che opera, proprio come quella del seme nel terreno, gravida come la vita che cresce nel grembo materno. Così sono le cose di Dio, le parole di Dio: hanno una potenza dentro. Attenzione: qui non c’è un invito al disimpegno, come se facesse tutto Dio. No, ma mette in luce quanto sia importante ascoltare e meditare la sua parola, capace di trasformare la nostra interiorità: «Caduta nel cuore di un uomo, la Parola di Dio deve rimanervi, essere interiorizzata, ascoltata sempre di nuovo con perseveranza, deve essere fatta regnare sulle tante altre parole che distraggono dall’essenziale, fino a divenire principio di discernimento e di azione, dunque di carità, di misericordia, di perdono, di giustizia, di verità. E l’uomo che avrà coltivato così nel proprio cuore la Parola di Dio sarà da essa rigenerato e ne mostrerà l’efficacia nel suo stesso vivere, senza esibizionismi, “come, egli stesso non lo sa”» (E. Bianchi).
La crescita progressiva, inoltre, evidenzia la gradualità dell’azione di Dio e della sua Parola in noi. Essa cresce e fruttifica nel tempo, grazie alla sua frequentazione e meditazione; così cresce con il nostro crescere e gradualmente ci cambia, a volte in modo inspiegabile. La crescita nella vita spirituale funziona come la crescita del corpo: avviene gradualmente. Pensiamo ai santi: non sono nati già perfetti, ma lo sono diventati, lasciandosi lavorare dalla grazia e collaborando con Dio giorno dopo giorno. Così è anche nelle opere di Dio: quando una cosa viene da Lui cresce nel tempo. Questo seme cresce, matura, quindi arriva la mietitura. Questo ci apre il cuore a un disegno meraviglioso che Dio ha in mente; farci arrivare ad una pienezza e poi concludere. Dio non ci ha sognati per fallire, ma per vivere in pienezza! E non egoisticamente, ma per far vivere bene gli altri.
La seconda parabola fa perno su di un altro sorprendente contrasto: il divario tra l’inizio estremamente minuscolo del granello di senape e la crescita enorme ed inattesa dello stesso, al punto da offrire nutrimento ed ombra anche a molti uccelli. Cioè le cose di Dio partono dal piccolo, magari all’inizio sembrano pure “umanamente disprezzabili”, ma poi col tempo diventano grandi, nel senso che danno beneficio a tante anime. Ricordiamoci bene che ogni cosa che vien da Dio parte in modo piccolo ma limpido: se una cosa parte già male, torbida, con poca chiarezza e doppi fini, ecco che quella cosa non arriverà mai a portare frutti buoni e maturi, al di là del numero degli iscritti o dei partecipanti. Le cose che vengono da Dio, davvero grandi e solide, hanno fondamenta molto profonde e nel tempo manifestano i loro frutti buoni. Preghiamo che abbondino anche nella nostra vita!
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