XII domenica del tempo ordinario
Gesù vive nel seno del Padre, è la sua stessa Parola Eterna. Lui sa qual è la volontà del Padre sulla sua persona. La conosce in ogni suo particolare. Lui sa che tutte le parole profetizzate sul giusto sofferente, tutte le figure del giusto che soffre, dovranno compiersi in Lui. Nessuna di esse dovrà rimanere incompiuta. I suoi discepoli che vivono invece nel seno della storia, non conoscono la verità del loro Messia e per questo motivo ognuno se lo dipinge secondo i colori che a lui sono più graditi.
Anche il ministero sia presbiterale che episcopale e di qualsiasi altro discepolo di Gesù, è conosciuto nella sua perfetta e aggiornata verità solo da chi abita nel seno dello Spirito Santo. Chi invece ha la sua casa nella storia dipingerà il suo e l’altrui ministero secondo pensieri, immagini, concezioni, desideri a lui più congeniali. Ma vi è differenza eterna tra il pensiero di Dio sul ministero e il pensiero dell’uomo. Tutti però sono obbligati a vivere il proprio ministero secondo la verità dello Spirito del Signore.
La Chiesa, in ogni suo membro, vivrà secondo verità il mandato ricevuto da Cristo Gesù, solo in quei suoi figli che hanno la loro abitazione nel cuore di Gesù, dal cui costato essa sempre deve sgorgare. Se la Chiesa sgorga da se stessa o dai bisogni dell’umanità, allora essa non compie più un ministero di salvezza. La sua è opera umana come tutte le altre opere umane, ma per essa non si edifica il regno di Dio. Una Chiesa che non edifica il regno, non costruisce se stessa, di certo non è Chiesa vera.
Cristo sa che il Padre lo ha costituito sacerdote, re, profeta, giusto sofferente, suo vero Figlio. Tutto ciò che nella Scrittura è detto del sacerdote, del re, del giusto sofferente, del figlio dovrà infallibilmente compiersi in Lui. Chi è allora il vero Messia? È il re, il profeta, il sacerdote, il giusto, il Figlio di Dio sul quale si abbatte tutto il dolore, la sofferenza, le iniquità, le ingiustizie di questo mondo. Tutta la cattiveria, malvagità, invidia, superbia, gelosia dell’umanità lo investe e lo travolge.
Il male dell’uomo distrugge fisicamente Gesù Signore. Lo conduce ad una morte atroce. Il bene del Padre suo però lo risuscita. Dio non permette che il suo Giusto venga ingoiato per sempre dalla morte e lo risuscita, donandogli un corpo glorioso, immortale, incorruttibile, spirituale. Non solo lo risuscita, lo costituisce il Signore della storia e dell’eternità, il Giudice dei vivi e dei morti, il solo che ha in mano il sigillo degli eventi del mondo. Tutto il Padre mette nelle sue mani. Lui è il suo Mediatore unico.
Chi vuole andare dietro Gesù, chi vuole essere suo discepolo, deve percorrere la stessa via del Maestro. La gloria non è sulla terra, è nei cieli. Sulla terra lui consegnerà tutta la sua vita al Signore perché ne faccia un olocausto di salvezza e di redenzione, così come ha fatto Cristo Gesù. Dopo la morte, il Signore lo rivestirà della sua gloria eterna e alla fine dei tempi gli farà indossare anche la risurrezione di Gesù. Anche lui avrà un corpo glorioso, spirituale, incorruttibile, immortale, un corpo di luce purissima. La missione di Gesù è missione di ogni suo discepolo, ma anche la sofferenza del Maestro è sofferenza di chi vuole camminare dietro di Lui. Una sola missione, una sola vita, una sola croce, un solo Calvario, una sola morte, un sola risurrezione, un solo mistero di salvezza. Questa unità va sempre cercata, desiderata, bramata.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una sola vita con Gesù.
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