XVII domenica del tempo ordinario
Con alcune parabole Gesù annuncia l’arrivo del regno dei cieli. Cosa vuol dire: è apparso sulla terra il regno dei cieli? Significa che è arrivata la buona notizia. Quale notizia è arrivata? È giunto a noi Gesù! Il regno dei cieli, il tesoro nascosto, la perla preziosa è lo stesso Gesù! È come se il Signore ci dicesse: “la salvezza viene a voi, non ve ne accorgete? Ora è il momento di accoglierla!” Qui si parla di salvezza eterna, qui si parla di felicità eterna! Si capisce allora l’esigenza radicale che questo “affare” pone: dare via tutto, i propri averi, le perle che noi, fino ad allora, abbiamo ritenuto importanti. Come si faccia ad avere questa forza, a essere disposti a vendere tutto, a fare qualsiasi sacrificio, ce lo spiega la stessa parabola. Non è detto che l’uomo prima vende e poi cerca! Tante volte aver fatto ciò ha prodotto solo sofferenza. Quante volte alcuni presunti cammini di fede hanno previsto la fine del mondo convincendo i seguaci a vendere tutto, col risultato che non vi è stata nessuna fine del mondo ma solo una grande disperazione e povertà per queste persone? Qui no! Qui sta scritto che un uomo trovò un tesoro e perciò vendette tutto quello che aveva! Qui non c’è il lasciare ma il trovare! In altre parole, bisogna aver trovato prima il tesoro per avere la forza e la gioia di vendere tutto, cioè bisogna aver prima incontrato Gesù! Dopo sarà sicuramente più facile vendere tutto. Lo si farà pieni di gioia come quello scopritore di cui parla il Vangelo. Quanti giovani in ricerca vocazionale, hanno paura di chiedere al Signore la sua volontà, per timore che questi venga a togliere loro la possibilità di essere felici? Quanti lo considerano un nemico avverso alla realizzazione dei loro progetti? Quanti mettono un limite all’agire del Signore nella propria vita, considerandolo al massimo come qualcuno che debba mettere un timbro alle proprie iniziative? Domandiamoci dunque: “Ma noi abbiamo incontrato Gesù? Diamo a lui con gioia? E quanto abbiamo deciso di donare nel nostro cuore?”
Vogliamo attirare l’attenzione anche su un altro aspetto delle parabole. Vi sono due personaggi. Uno è il ricercatore attento che trova, va, vende e compra. L’altro è il vecchio distratto e superficiale proprietario del terreno che non si accorge che nel suo campo c’è un tesoro nascosto e lo svende. È l’uomo o la donna che possedeva la perla preziosa e non si accorge del suo valore e la cede forse per una collezione di perle false, bigiotteria da nulla.
La domanda che ne consegue è semplice: noi, a quale dei due somigliamo? Non ci accada di somigliare al proprietario distratto e superficiale! Non ci accada mai di dare per scontata la nostra fede credendoci giusti, col risultato che poi gli ultimi e le prostitute ci passano avanti! «Di tradizione cristiana, noi pensiamo di conoscere Cristo, noi pensiamo che siano nostre le promesse, nostro il regno di Dio, ma eccetto una minoranza sempre più piccola, abbiamo svenduto la nostra fede per un’ideologia, per pigrizia, per soldi! Stiamo rischiando di fare un po’ come fece Esaù (cfr Gen 25,34), che svendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. Sì, noi per un po’ di benessere, stiamo rischiando di svendere il tesoro più grande che abbiamo: la fede in Dio! Altro che disposti a dare via tutto, pur di non perdere Dio e la fede! Spesso non siamo capaci di dare mezz’ora del nostro tempo, nemmeno per andare la domenica a messa!» (card. R. Cantalamessa).
Che il Signore Gesù ci aiuti, per intercessione di Maria madre della Via, Fiore del Carmelo, a riscoprire che è proprio in Lui che noi troviamo quella pienezza che andiamo cercando qua e là; e non temiamo di dare e rinunciare a qualcosa per Lui, perché «Gesù non toglie nulla ma dà tutto!» (Benedetto XVI).
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