XXIII domenica del tempo ordinario
Si sente spesso parlare di “priorità”, “gerarchia di valori”. Dal riconoscere cioè cosa è importante o fondamentale nella vita dipende infatti l’equilibrio esistenziale e l’insieme sensato del proprio agire.
Esiste addirittura una indagine statistica dell’Istituto Canadese per la ricerca sullo stress che conferma che le persone più soggette a cadere nella trappola dello stress depressivo sono proprio quelle (al 32% sul totale) che non sono ancora riuscite a stabilire quale è la realtà più importante e prioritaria per la loro vita.
Il brano del vangelo di Luca di oggi (solennità della Natività della Vergine Maria) lo precisa con chiarezza: è il Regno di Dio la realtà più grande alla quale riferirsi per le scelte più radicali e sensate del proprio esistere.
Ma se questo parametro di riferimento interpella i credenti in Cristo, non lascia certo indietro i non credenti per i quali è stato scritto: “Le persone che stanno peggio sulla terra sono quelle che pensano soltanto alla terra”.
L’evangelista Luca nei capitoli 9 -19 del suo racconto raggruppa tutta una serie di insegnamenti di Gesù in viaggio, per l’ultima volta, verso Gerusalemme.
E, guarda caso, la parte centrale di questi insegnamenti è dedicata proprio alle condizioni pratiche da osservare per chi vuole essere veramente suo discepolo.
Condizioni pratiche sintetizzabili così: chi vuole essere veramente mio discepolo lasci perdere tutto quello che non attiene alla causa del Regno di Dio, posponga tutto quanto a questo, prenda sulle spalle la sua croce senza fiatare.
Lo stile paradossale caro a Gesù è pane nutriente per i buongustai del mistero e non lascia scampo ai “se”, ai “ma”, ai “però”… (“ma proprio tutto devo lasciare?”, “odiare i propri cari non è un po’ troppo?”, “e se poi non tutto fila liscio?”…)
Le due brevi parabolette, quella del costruttore di una torre e quella del re che va in guerra, sono da interpretare come invito forte a “riflettere bene” quando ci si trova davanti ad una scelta così radicale.
A riflettere bene, soprattutto considerando il fatto che una scelta operata nel qui ed ora si andrà snocciolando nella quotidianità del giorno dopo giorno e si incarnerà in una serie di eventi e di situazioni future neppur lontanamente immaginabili nell’adesso.
Eventi che potrebbero mettere a dura prova la scelta d’inizio. “Uomo avvisato, mezzo salvato” ammonisce un proverbio.
E’ possibile e congruo anche immaginare che la collocazione liturgica di questo brano nella solennità della Natività della Vergine Maria non sia del tutto casuale.
Maria di Nazaret, infatti, con quel suo “sì” che viene da lontano (l’8 dicembre, nove mesi prima…) è l’esempio lampante di chi pospone tutti i suoi sogni, i suoi progetti, i suoi affetti alla Volontà santa, misericordiosa e misteriosa di Dio.
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