XXX domenica del tempo ordinario
Si dirà: c’è bisogno di una predica per illustrare questo passo evangelico? Non è tutto chiaro come sembra e vedremo la novità portata da Gesù in questa materia. Il dottore in legge conosceva benissimo i due comandamenti: Ama Dio, ama il prossimo. Ciò che gli sfuggiva è la similitudine tra i due comandamenti. Vi faccio notare come, se praticati in maniera distinta, abbiano creato gli orrori della nostra civiltà.
Se nel primo comandamento si dice di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, mi domando cosa resti per il prossimo. Avete capito adesso dove nascono gli integralismi? Le religioni amano Dio e in nome di quell’amore compiono tutti i delitti; come li abbiamo compiuti noi per secoli, noi ridotti al rango di religione. S. Paolo, prima di convertirsi, conduceva in catene in nome del primo comandamento. Ecco dove nascono i cosiddetti integrismi e dove nasce il fanatismo. Il riferimento lo faccio per quanto riguarda noi cristiani ridotti al rango di religione. Quello che fanno gli altri, basta leggere i giornali e ne avete subito il riscontro.
Il secondo comandamento inteso a sé, commette gli stessi errori. Mi è capitato di discutere ad alto livello l’istituzione degli scout, che considero una istituzione pedagogica di prima grandezza, ma andiamo a vedere: come mai gli scout, nati in un certo Paese, quando scoppiano le guerre sono allineati con quel governo? Certo la tesi di Baden Powell è molto interessante, perché si occupa del prossimo. Del prossimo si sono occupati i colonialisti, che pensavano e credevano di portargli la civiltà, riducendolo schiavo sul piano economico e mentale. I due comandamenti, se li scindete, diventano un orrore.
Gli Ebrei che cosa intendevano per prossimo? I loro correligionari. Quelli che erano fuori no, bisognava combatterli perché erano gli infedeli. Ecco allora la novità portata da Gesù: i due comandamenti vanno legati, e legati, stanno in piedi per la vita e per la morte. Il secondo comandamento poi, non è secondo: è simile al primo. Non sono due, ma uno solo, con aspetti diversi, ma legati. È primo anche il secondo, in ragione della similitudine.
Euclide, il grande matematico (III sec. a.C.), ha stabilito che i triangoli sono eguali se hanno i lati eguali, sono invece simili se hanno solo gli angoli uguali. Questo è un principio che vi dà la possibilità di potere stabilire la distanza esatta tra la terra, il sole e la luna in ragione della similitudine. Un triangolo simile non è uguale, ma ha gli angoli uguali, ed è questa uguaglianza che li costituisce tutti identici, e quindi sono un trampolino per poter accedere alla misurazione di tutto l’universo. Le navi, prima di solcare i mari, sono dei modellini di cinquanta centimetri su cui l’ingegnere opera come se fossero navi vere di tante tonnellate. L’operazione su quei modellini risponde perfettamente alle grosse navi che domani dovranno solcare i mari. Se il secondo comandamento è simile al primo, tutto quello che faccio nei confronti del mio prossimo lo faccio a Dio in ragione della similitudine. Questo è l’insegnamento nuovo di Gesù: tutto quello che io opero su questa donna, su questo uomo, su questo bambino lo opero su Dio stesso.
Nella Genesi c’è scritto che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, la traduzione non è esatta, bisogna mettere non somiglianza, ma a sua simiglianza. C’è in ciò una diversità radicale, più che in essere uguali a sua uguaglianza è similitudine. Per esempio un albero può assomigliare a un uomo, ma non è similitudine. Dio ha creato l’uomo a sua somiglianza secondo quel concetto scoperto da Euclide. Tutto quello che noi facciamo sul nostro prossimo lo facciamo su Dio. In famiglia, tutti abbiamo un frigo dove teniamo delle bevande: se qualcuno beve a collo, bisogna dirgli che non commette un peccato contro il galateo, ma commette un peccato contro i familiari e offende Dio.
Chiudo con un episodio: un giorno una mia cugina viene a dirmi che nel cortile dove abita avviene una lite fra bambini. La figlia di mia cugina, litigando con un’altra bambina, finisce per sputarle sulla merenda. La madre l’accompagna in casa, la sgrida (l’educazione va fatta nel cervello), la fa mettere in ginocchio e chiedere perdono al Signore. La bambina reagisce dicendo: Mamma, ma io al Signore non ho fatto nulla! Io a Gesù non ho fatto nulla!
L’amore al prossimo come vuole Gesù, non è naturale. Mi raccomando l’educazione ai vostri figli, ripeto, l’educazione va fatta al cervello. Bisogna educare con le parole del Signore, e in quelle argomentazioni che vi ho portato dovete dire ai vostri bambini che l’offesa fatta al prossimo è fatta a Gesù. La bambina di cui abbiamo parlato prima, non aveva le coordinate mentali per pensare che tra il primo e il secondo comandamento c’è un rapporto di similitudine stretto. I due comandamenti sono uniti per la vita e per la morte, cadono, o stanno in piedi insieme. Ricordatevi che l’amore al prossimo non è gratuito, non è naturale in noi, deve essere educato. I genitori cristiani sanno da dove partire per promuovere l’amore al prossimo, il che vuol dire: promuovere la pace nel mondo.