XXXIII dom del Tempo Ordinario
Per capire e gustare meglio il brano di Vangelo di oggi è opportuno partire dall’inizio del capitolo che lo contiene, il capitolo 13: “Mentre egli lasciava il tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”. Gesù gli rispose. “Vedi queste grosse costruzioni. Non resterà qui pietra su pietra!”. Della serie come fare il guastafeste.
Infatti Gesù, invitato dal suo discepolo allo stupore e alla meraviglia davanti alla magnificenza del tempio, risponde catapultandolo di colpo nella paura, nello spavento, nel terrore.
Paura e terrore che inducono il discepolo a chiedere subito “quando” questo sfacelo sarebbe accaduto.
E da qui parte la risposta di Gesù, ma è una risposta che trascende il livello del “quando” per elevarla al livello del “come” attrezzarsi interiormente (e questo vale per ogni generazione di credenti) allorquando avverranno accadimenti disastrosi e apocalittici.
E Gesù suggerisce questo atteggiamento interiore con una premessa fondamentale, quella di non lasciarsi ingannare da falsi profeti, ma di fidarsi assolutamente e soltanto di Lui (a non fidarsi quindi di influencer, siano essi non credenti o credenti).
Precisato questo, Gesù da fondamento al suo dire dichiarando espressamente che le parole dei falsi profeti (così come il cielo e la terra) passeranno: “Ma le mie parole non passeranno”.
La fede ha pertanto il suo fondamento solidissimo proprio in queste parole e tale solidità verrà anche premiata: “Ma chi starà saldo fino alla fine, sarà salvato”.
Non lasciarsi fuorviare o ingannare dai falsi profeti d’ogni epoca comporta come conseguenza di venire affrancati da paura, da sgomento, da disperazione, da scoramento qualunque cosa di terribile possa accadere.
Il dilagare del male al giorno d’oggi può indurre infatti molti credenti a cadere nella trappola dell’angoscia, dello scoramento e a non saper più a quale santo rivolgersi per guarire da tale malanno dell’anima (angoscia di morte)
È bello ricordare come anche la scienza umana (psicologia) sia arrivata a scoprire che l’angoscia di morte è curabile a un livello altro dal livello psicologico, e questo livello è il livello spirituale dell’anima.
È Carl Gustav Jung ad affermarlo perentoriamente così: “Molte nevrosi dell’uomo moderno sono riconducibili ad un non risolto problema religioso”.
Senza sminuire il prezioso lavoro di terapeuti e psicoterapeutici si può però arrivare a concludere che quando si sente Gesù dire con forza: “Non abbiate paura” e “Io sarò con voi fino alla fine del mondo” gli attacchi dell’angoscia di morte si rarefanno, perdono forza fino a scomparire.
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