XXXIII domenica del tempo ordinario

Siamo quasi alla fine del tempo ordinario e il Vangelo ci aiuta a meditare sulle cose ultime. Gesù ci dà dei criteri per prepararci alla sua venuta e vivere bene il tempo presente.

Quando Luca scrive il Vangelo, il Tempio, come aveva profetizzato Gesù durante la sua missione, era già stato distrutto, dunque le sue parole, perennemente valide, illuminano anche il nostro presente.

Anzitutto Gesù ci esorta a non essere catastrofisti, pensando che la fine del mondo arrivi “subito”: bisogna prima attraversare guerre e sconvolgimenti. Questo non significa “dormire sugli allori”, ma darsi da fare con serena operosità. Soprattutto è importante «non lasciarsi ingannare». Gesù sa bene che ieri come oggi non mancano profeti di sventura, millantatori visionari e santoni vari che terrorizzano con la paura della morte e delle catastrofi, offrendo “salvezza” a buon mercato.

Se riconoscerne alcuni è semplice, dato che non sono nella Chiesa e non frequentano la Chiesa (anche se talvolta sono gettonati proprio da chi la frequenta…), altri è un po’ più difficile riconoscerli. Un criterio fondamentale che Gesù ci dà è quello dell’umiltà. Chi “vuol fare il santone” tira a sé, desidera mettersi in mostra («sono io»), avere “figli e figlie spirituali”, atteggiandosi a “mistico”, imponendo i suoi criteri come volontà di Dio (“sento che il Signore ti chiede di… Dio mi ha rivelato che tu hai un dono… tu sei chiamato a…”). Si tratta di cose micidiali che NON SI FANNO! Questa è manipolazione delle coscienze; la persona deve maturare la volontà di Dio, nessuno può imporgliela dall’esterno né è lecito portare le persone dove si vuole, ma aiutarle a discernere ciò che Dio vuole!). Sì: «gli ingannatori fraudolenti si riconoscono subito dal desiderio che hanno di essere seguiti e avere discepoli. Sono mossi dall’orgoglio o dall’interesse, dall’invidia o dalla cupidigia. Da questo, e non certo dall’unico Signore morto per tutti, nascono le divisioni e le sette all’interno della comunità dei credenti. Guai a noi quando usiamo il Signore, la sua parola e i suoi doni per affermare il nostro io! Nessuno deve seguire noi! Tutti dobbiamo seguire Lui! Qui sta la nostra libertà di figli di Dio!» ((p. Silvano Fausti). Gesù viene a liberarci dalla paura della fine del mondo, così da non legarci disordinatamente a nessuno e vivere nella libertà dei figli di Dio.
Al contempo, Gesù ci dà una preziosa chiave di lettura sulla realtà. Persecuzioni, incomprensioni, difficoltà: da sempre ci sono e ci saranno. C’è chi le legge come “segno di una sventura crescente”, inquinato da prospettive negative e fataliste; chi si piange addosso, pensando “ai tempi cristiani che furono”, e chi invece le legge non solo come prove che è necessario attraversare ma, soprattutto, come occasioni per evangelizzare!

Sì, il Signore pone ciascuno di noi in un determinato contesto perché possiamo essere suoi strumenti, suoi annunciatori, suoi testimoni. Al lavoro, in famiglia, tra gli amici, in ospedale, in palestra, in tribunale… Ricorda: ci sono persone con le quali solo tu verrai a contatto e non io; è attraverso di te che possono sentire e vedere qualcosa di Gesù! Il bene che tu puoi fare non lo posso fare io. Tu arrivi dove io non posso arrivare. È vero: non tutti accoglieranno, vi sarà chi ti criticherà, chi ti prenderà in giro, ma il seme della testimonianza, una volta piantato nel cuore, resta. C’è poi da pregare, nella speranza che cresca a porti frutto! E non preoccuparti: al momento opportuno, sarà lo Spirito Santo ad ispirare pensieri e parole.
A noi la voglia di metterci in gioco, da Dio la grazia e l’ispirazione giusta per toccare i cuori…
Che la parola di oggi ci svegli, restituendoci voglia di seguire Cristo e di testimoniarlo, cogliendo le tante piccole occasioni di ogni giorno.

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